INQUIETANTI AZIONI A DISTANZA di George Musser

La località  è il concetto  base  che  ci consente  di  avere  una  percezione chiara di ciò che ci circonda: gli oggetti possono influenzarsi reciprocamente solo se sono in contatto diretto. Quel che accade in un determinato momento ha una causa precisa situata nello spazio e nel tempo. E’ un concetto semplice, ereditato da duemila anni di pensiero scientifico-filosofico. Ma, come ci spiega George  Musser,  studioso di Geologia planetaria alla Cornell University nel suo libro “Inquietanti azioni a distanza” (Adelphi, pag. 348, euro 28) la fisica quantistica tra le tante “stranezze” che ci ha posto davanti agli occhi, ha scoperto anche la non-località: in alcune situazioni due particelle autonome si comportano come fossero una coppia, con comportamenti inaspettatamente coordinati. L’entanglement, letteralmente legame inestricabile,  è la parola che riassume questa singolare situazione. George Musser ci racconta la sua incredibile esperienza nel laboratorio del professor Enrique Galvez alla Colgate University ad Hamilton (New York): Galvez ha messo a punto un apparato in grado di “sparare” coppie di fotoni attraverso due filtri polarizzanti regolabili, come fossero monete per giocare a testa o croce. Continua a leggere

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TEMPO D’ANALISI Paradigmi junghiani comparati

A otto anni dalla venuta alla luce del primo volume, Tempo d’Analisi prosegue con immutata regolarità le proprie uscite, testimonianza che anche in tempi di crisi c’è chi riesce a tenere la barra dritta nel mare in tempesta. E’ il caso del fondatore della rivista Antonio Vitolo, analista junghiano  past president e didatta dell’AIPA fino al 2017 e dal 2018 docente del CIPA: nell’ultima sua creatura, edita da Aracne, ci consegna una profonda riflessione che spazia dal ruolo centrale della funzione visiva agli studi più avanzati delle neuroscienze sulle tracce delle formazioni oniriche.  Continua a leggere

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MASSA di Jim Baggott e QUANTI di Terry Rudolph

Chi ha letto  Origini  di  Jim  Baggott  non  potrà  perdersi  Massa (pagg. 287, euro32) l’ultima creatura dello scienziato inglese pubblicata da  Adelphi. Se nel libro precedente Baggott si era soffermato dettagliatamente sulla nascita dell’universo e quindi della Terra, nel nuovo sceglie di  approfondire il tema della massa, non trascurando comunque riferimenti ai fondamentali della fisica subatomica. Lo fa attraversando diacronicamente le varie teorie che si sono succedute nei secoli, a partire dal concetto di atomo di Leucippo, Democrito ed Epicuro. La massa come qualità della materia: duemila anni fa gli atomi erano considerati i componenti ultimi, i mattoni indivisibili della materia.  Per secoli e secoli saranno i filosofi a scandagliare il mistero della massa, fino ad arrivare a Isaac Newton: a lui si deve il primo autentico salto di qualità, che si concretizza nella legge di gravitazione universale.

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Co-scienza, inconscio e cervello: due riviste di psicoanalisi

Da sempre la psicoanalisi, in cerca di solidità epistemologica, si è confrontata dialetticamente con le scienze positive. A volte senza esiti fecondi, a volte trovando una sponda in modelli apparentemente distanti, ma ricchi di suggestione: la fisica quantistica in particolare ha offerto un supporto teorico robusto, con la messa in discussione del metodo scientifico galileiano e la sua granitica fiducia nel rapporto causa-effetto, sostituito dal concetto di probabilismo. Interessanti spunti di riflessione su questo tema  e sul rapporto mente-corpo ce li forniscono le due riviste edite da Astrolabio, dai titoli  “Co-scienza” (Rivista di psicologia analitica,vol. 100/2019, euro 20) e “L’inconscio e il cervello: niente in comune” (Studi internazionali del campo freudiano, n.66 dicembre 2019, euro 22). Due gli articoli che in particolare hanno colpito il nostro interesse: il primo, su “Co-scienza” ,di Silvano Tagliagambe e Fabio Fracas, su “La concezione della coscienza di Jung alla luce della meccanica quantistica”, il secondo, sulla rivista lacaniana, di Miquel Bassols, su “Il falso dualismo fra mente e corpo”.

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VITALITA’ E GIOCO IN PSICOANALISI di Giuseppe Civitarese e Antonino Ferro

La parola “psicoanalisi” evoca solitamente, insieme agli inevitabili rimandi a contenuti come sogni, inconscio, super-io, anche sofferenza psichica, dolore, vale a dire le molle che portano un individuo a rivolgersi a uno psicoanalista per una terapia. Potrebbe quindi sorprendere i lettori meno avvertiti che un saggio a contenuto psicoanalitico s’intitoli “Vitalità e gioco in psicoanalisi” (autori Giuseppe Civitarese e Antonino Ferro, editore Raffaello Cortina, pag. 188, euro 19).  In realtà gli autori, una coppia collaudata, autrice tra l’altro de “Il campo analitico e le sue treasformazioni”, sanno benissimo che un’analisi è intessuta inevitabilmente di sofferenza, dolore, paura rabbia. Ma la sofferenza psichica – sottolineano – “deriva da una limitazione della capacità dell’individuo di sentirsi pienamente vivo come essere umano”. Continua a leggere

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L’OMBRA DELL’OGGETTO di Christopher Bollas


Torna per i tipi di Raffaello Cortina Editore un importante testo di Christopher Bollas, fra i più autorevoli psicoanalisti della scuola inglese: L’ombra dell’oggetto (253 pagg., euro 25). Pubblicato in Gran Bretagna trent’anni fa, è ritenuto fra i classici della lettertura psicoanalitica. Al centro dell’indagine di Bollas la modalità del soggetto di registrare le proprie esperienze dell’oggetto: “Questa – scrive Bollas – è l’ombra dell’oggetto che ricade sull’Io lasciando tracce della sua esistenza nell’adulto”. L’autore propone una ricognizione di alcuni fra i più significati “topoi” della psicoanalisi, dal rapporto madre-bambino, al transfert e controtransfert, all’autoanalisi, muovendosi su un crinale assai sottile e impervio: quello fra conscio e inconscio. Continua a leggere

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L’ALTRA FACCIA DELL’UNIVERSO di Luca Amendola

Da moltissimi anni gli scienziati si arrovellano su materia ed energia oscura, da quando ci si è resi conto che nel complesso intreccio di forze che governano l’universo la materia visibile non è l’unico elemento determinante. Tutt’altro: ciò che vediamo non è che un misero 4,8 per cento dell’intero universo. Il resto si divide, neanche tanto equamente, tra materia oscura (26,7 %) ed energia oscura(68,5). Ci racconta quest’avventura nei misteri del cosmo Luca Amendola, professore di fisica teorica all’università di Heidelberg, in Germania, nel suo libro “L’altra faccia dell’universo”, edito da il Mulino (pagg. 167, euro 14).

Ad affrontare con solidità teorica convincente il mistero della materia oscura – ci racconta Amendola – fu nel 1933 uno scienziato svizzero, Fritz Zwicky, professore al Caltech di Pasadena: “Zwicky misurò la massa dell’ammasso della Chioma di Berenice esaminando il moto delle sue galassie e concluse che la massa necessaria per tenere legate le galassie doveva essere circa 150 volte di quella contenuta nelle stelle visibili”. Continua a leggere

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MOLTI INCONSCI PER UN CERVELLO di Paolo Legrenzi e Carlo Umiltà

Il progredire delle neuroscienze   ha riproposto  con forza negli ultimi anni la questione del libero arbitrio. Ci si sta chiedendo da tempo se le decisioni che prendiamo consapevolmente siano in realtà anticipate dal nostro cervello e messe in atto ancora prima che ce ne rendiamo conto. Le tecniche di neuroimaging hanno consentito di verificare quali aree del cervello siano coinvolte in determinate azioni e soprattutto quale relazione temporale esista fra l’impulso cerebrale e la consapevolezza della decisione. Tema di grande fascinazione al quale due accademici (Paolo Legrenzi, professore emerito di psicologia all’università veneziana di Ca’ Foscari, e Carlo Umiltà, professore emerito di Neuropsicologia all’università di Padova) hanno dedicato un libro edito da il Mulino, “Molti inconsci per un cervello” (pagg. 205, euro 15). Continua a leggere

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ORIGINI di Jim Baggott

Il sottotitolo “La storia scientifica della creazione” non lascia dubbi. Salta subito agli occhi la contrapposizione con i testi sacri di qualunque religione. Da scienziato, Baggott ci propone un racconto di straordinario respiro, ma ovviamente lontano da ogni suggestione metafisica: in 440 pagine si viaggia dalla nascita dell’universo attraverso il fatidico big bang fino alla nascita della coscienza nell’homo sapiens, al “cogito ergo sum” di cartesiana memoria, in una sorta di Bibbia laica della creazione. Il libro (Adelphi, 39 euro) è un incredibile mix di astrofisica, fisica quantistica, biologia, biochimica, neurologia. Mai prima d’ora un autore si era avventurato in un’impresa tanto imponente. L’effetto è quello di un’andata e ritorno a cavallo di un potentissimo zoom: si parte da un microscopico “punto zero” che al big bang si espande a velocità inimmaginabile per poi, arrivati ai confini dell’universo, tornare indietro puntando sul sistema solare e poi sul pianeta terra.
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ADDIO A STEPHEN HAWKING GENIO DELL’ASTROFISICA

 

All’età di 76 anni è morto l’astrofisico Stephen Hawking. Era malato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), malattia che gli era stata diagnosticata all’età di 21 anni. I medici gli avevano dato al massimo due anni di vita. Costretto  su una tecnologica sedia a rotelle, era in grado di comunicare solo grazie a un sensore a infrarossi collegato agli occhiali, che lo scienziato riusciva a controllare tramite un muscolo della guancia. Grazie a questo sofisticatissimo sistema, messo a punto da Intel, Hawking poteva parlare attraverso un sintetizzatore, navigare su Internet, scrivere. A lui deve la teoria cosmologica sull’inizio senza confini dell’Universo (denominata stato di Hartle-Hawking) e la termodinamica dei buchi neri, la cosiddetta “radiazione di Hawking”. Quest’ultima ha rivoluzionato nel 1974 quanto si sapeva a proposito dei buchi neri, descritti come prodotto finale di una stella collassata, dotati di una smisurata attrazione gravitazionale tale da impedire anche alla luce di uscirne all’esterno, oltre l’orizzonte degli eventi. Fu Hawking a teorizzare che dal buco nero comunque sfuggissero delle particelle attraverso l’emissione di una radiazione elettromagnetica. Il meccanismo sarebbe il seguente: per via delle fluttuazioni quantistiche, nel vuoto si formano per brevissimi istanti coppie “particella-antiparticella”. Se ciò avviene nei pressi dell’orizzonte degli eventi di un buco nero, una delle due particelle viene inghiottita acquisendo energia negativa, diminuendo di conseguenza la massa del buco nero di una quantità infinitesimamente piccola. Il fenomeno, ripetuto in tempi enormi, porterebbe lentamente a una evaporazione del buco nero.

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