SE IL SOLE ESPLODE – L’enigma della schizofrenia di Christopher Bollas

bollasLa schizofrenia, tanto nella sua definizione quanto negli approcci terapeutici, sembra destinata a restare ancora a lungo un “buco nero” della mente: corto circuito dei  neuroni e dei relativi mediatori chimici, o crollo del Sé e della sua capacità relazionale con il mondo esterno? Le scuole di pensiero si dividono il più delle volte in misura drastica, da una parte la psichiatria di impostazione rigorosamente biologica e fautrice di un intervento terapeutico quasi sempre esclusivamente farmacologico, dall’altra la psicoanalisi che invece guarda ai farmaci con sospetto, giustificandone l’uso  al massimo come aiuto nelle situazioni più acute per favorire l’approccio al paziente.

Christofer Bollas è uno degli analisti contemporanei più noti: statunitense, membro della British Psychoanalytical Society, da cinquant’anni lavora pressoché esclusivamente con pazienti autistici e schizofrenici.  A settantaquattro anni ha deciso di fare il punto della situazione sulla sua attività terapeutica dando alle stampe “Se il sole esplode – L’enigma della schizofrenia” (pag. 184, euro 21) per i tipi di Raffaello Cortina, casa editrice tra le più attive nel campo dello psichico.

Intendiamoci subito, nelle intenzioni di Bollas non c’è una spiegazione delle origini della schizofrenia della quale ammette che sappiamo ancora troppo poco. Né c’è da aspettarsi una verifica metodologicamente ineccepibile dei risultati della sua attività terapeutica. Pur non condividendo l’uso dei farmaci, Bollas non nasconde che in alcuni casi quelli per il sonno, come pure le benzodiazepine, si sono rivelati preziosi. Ma, scrive, “è triste constatare come molti pazienti ospedalizzati assumano dosi massicce di antipsicotici. Il fatto che spesso ci appaiano come zombie non è dovuto tanto alla condizione di alterazione della loro mente, quanto piuttosto ai farmaci che assumono…L’imperativo è come sbarazzarsi dei loro sintomi”. Deve però ammettere casi in cui è attestata l’efficacia di ripetute ospedalizzazioni associate a una terapia farmacologica di mantenimento.

Con queste premesse per Bollas comunque non ci sono dubbi: la cura è quella della “talking care”, della parola: “E’ fondamentale – scrive – che quella persona trovi qualcuno con cui parlare per lunghi periodi di tempo, magari varie volte al giorno, per più giorni o, meglio ancora, per intere settimane”. In realtà le sue analisi, per sua stessa ammissione, sono durate anche molti anni, al ritmo non indifferente di cinque giorni alla settimana, con costi non dichiarati ma facilmente intuibili. Ma qual è la spia di una guarigione? “Considero un’analisi riuscita se la persona ha potuto prendere le distanze da allucinazioni e difese psicotiche, se ora è in grado di entrare in relazione con gli altri, funzionando secondo modalità non psicotiche e non soffrendo più il dolore mentale di essere schizofrenica”.

E’ comunque fondamentale che il paziente arrivi in terapia agli esordi della malattia: in questo caso le possibilità di recupero sono alte. Altrimenti, col passare del tempo, come difesa dalle allucinazioni il paziente tende a contrarre la mente per evitare i contenuti mentali dolorosi, cercando a questo punto di sottrarsi al contatto con il terapeuta,  situazione che comporterebbe l’abbandono delle proprie difese. Nella schizofrenia il Sé è scisso, una parte funziona nel modo consueto, un’altra segue modalità radicalmente diverse. Il lavoro dello psicoterapeuta consiste nella destrutturazione degli assiomi psicotici attraverso l’interpretazione e il dialogo con il paziente. Un lavoro che può durare anche diversi anni.

Come dicevamo, Bollas non pretende di dare certezze sull’eziologia della schizofrenia, il suo libro è una testimonianza, peraltro di grande fascinazione, della propria attività terapeutica. Da un punto di vista più strettamente teorico, Bollas analizza attentamente i processi mentali che lo psicotico mette in atto per fronteggiare il disintegrarsi del Sé e le proprie strategie per fronteggiarle. Da sottolineare, a fine libro, una bibliografia ragionata sulla schizofrenia, corredata di brevi schede esplicative per ogni testo citato. Un grande aiuto per chi volesse approfondire l’argomento.

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