LA FISICA DEL DIAVOLO di Jim Al-Khalili

fisicaSin da bambini ci siamo scontrati con uno dei paradossi più antichi dell’umanità, quello di “pie’ veloce” Achille battuto nella corsa nientemeno che dalla tartaruga. Uno dei più antichi ma anche dei più comprensibili. La fisica, nel suo approccio scientifico al mondo, ce ne ha via via proposti di più complessi. A volte la loro struttura include una sorta di trucco che depista il lettore, altri sembrano portare a conclusioni assurde finché non se ne trova la chiave, altri ancora sono semplicemente “difficili” da decifrare ma la loro asserzione risulta fondata.
Jim Al-Khalili, docente di fisica teorica all’Università di Surrey ed esperto di comunicazione scientifica, si è divertito a raccoglierne (“La fisica del diavolo”, ed. Bollati Boringhieri, pagg. 242, euro 20) di noti e meno noti, sezionandoli uno ad uno fino a mostrarne i lati deboli o, in altri casi, la struttura a prova di qualunque confutazione.

IL paradosso di Achille e la tartaruga, escogitato da Zenone, ha più di due millenni ma conserva intatto il suo fascino anche se è un gioco da ragazzi per Al-Khalili, con le conoscenze sui rapporti fra spazio e tempo, smontarne la logica.Ma il paradosso di Achille fornisce all’autore l’occasione per i primi approcci alla fisica quantistica, alle caratteristiche di indeterminatezza e di probabilità che accompagnano il comportamento degli atomi.
Ed è sempre la fisica quantistica a costituire la base di alcuni fra i più noti paradossi del nostro tempo, uno su tutti l’ormai arcinoto perché citatissimo (anche a sproposito) Gatto di Schroedinger. Il paradosso vuole che il gatto rinchiuso in una scatola con la sua vita legata all’eventuale decadimento di un atomo radioattivo, sia contemporaneamente vivo e morto perché le due condizioni dell’atomo possono verificarsi insieme, così come negli esperimenti fatti con gli elettroni: una di queste particelle può passare contemporaneamente attraverso due diverse fenditure. Naturalmente l’osservazione del fenomeno, cioè l’apertura della scatola con la conseguente verifica, fa sì che l’ambivalenza venga interrotta e che quindi il gatto sia o vivo o morto. Ma – ci spiega Al-Khalili – in realtà il gatto non è mai vivo e morto contemporaneamente. Esiste una linea di demarcazione fra micromondo quantistico, dove la sovrapposizione degli stati è possibile, e il macromondo e questa linea è spostata molto in basso, verso la parte quantistica della scala. Qui entra in ballo il fenomeno della “decoerenza”: più un sistema è complesso e più facilmente gli effetti quantistici tendono a scomparire.

Tra i tanti paradossi che l’autore propone, vale poi la pena di ricordare: dall’effetto farfalla, in cui il battito d’ali di una farfalla può generare un uragano nell’altro emisfero, ai gemelli di cui quello in viaggio nello spazio torna sulla terra più giovane di quello rimasto sul nostro pianeta. Un’escursione suggestiva nel mondo della fisica, sostenuto sempre dalla consapevolezza che sappiamo ancora assai poco delle leggi ultime che regolano la vita dell’universo.

Pubblicità
Questa voce è stata pubblicata in Fisica dei quanti e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...