DEBELLARE L’ANSIA E IL PANICO di Lucio Della Seta

Debellare[1]Il cuore comincia a battere all’impazzata, la pelle s’imperla di sudore, la gola si stringe, manca il respiro: sono i principali sintomi di una crisi d’
ansia o di un attacco di panico. E’ opinione diffusa che dietro questa sintomatologia ci siano problemi irrisolti di natura psichica. Ma per Lucio Della Seta, psicoanalista di formazione junghiana, autore di “Debellare l’ansia e il panico” (Mondadori, pag. 114, euro 16,50) bisogna operare una sorta di rivoluzione copernicana: al centro della questione va portato il corpo, mentre alla mente va lasciato un ruolo secondario. Affermazione sorprendente in uno psicoanalista, in realtà non del tutto nuova, che s’inserisce nel sentiero tracciato da diverso tempo dalle neuroscienze. Già quasi 40 anni fa il celebre biologo francese Henry Laborit si era occupato dell’angoscia da un punto di vista neurologico e non a caso un suo libro si intitola “Elogio della fuga”.

Ansia come prodotto del corpo che davanti a un pericolo, o anche a un’ipotesi di pericolo, si organizza per la fuga. Della Seta la definisce la reazione del robot, tipica dell’uomo preistorico. La coscienza è arrivata in un secondo tempo, ma ancora oggi in talune situazioni di pericolo o presunto tale, il robot che è in noi prende il sopravvento.
Come accadeva ai nostri antenati, anche oggi davanti al pericolo le ghiandole surrenali producono adrenalina, i bronchi si dilatano, c’è maggiore afflusso di ossigeno ai muscoli e al cuore che aumenta la frequenza, sale la pressione arteriosa, si attiva la sudorazione, la digestione si arresta per risparmiare energie.
L’ansia è un errore di sistema: il pericolo non c’è ma l’organismo si attiva “come se” e parte l’ordine di fuga. Solo allora la coscienza si rende conto di quanto sta accadendo nell’organismo e scatta l’emozione. Non è dunque l’ emozione a creare l’ansia ma esattamente il contrario.
Il rimedio? Imparare a decifrare che cosa accade nel nostro corpo, un “conosci te stesso” strettamente organicista che ci porti a padroneggiare il meccanismo reattivo. Anche se alla base di un soggetto ansioso, aggiunge Della Seta, c’è fondamentalmente una cattiva relazione madre-bambino. Se quest’ultimo non riceve partecipazione empatica da parte del soggetto verso cui manifesta
attaccamento, scatterà la disperazione e il bambino si candiderà ad essere portatore di un disagio psicopatologico.

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by Lucio Lombardi || design webmasterJoe

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