SULLE ORIGINI DELLA VITA, DEL SIGNIFICATO E DELL’UNIVERSO di Sean Carroll

Sean Carroll è un fisico tra i maggiori divulgatori in materia di fisica dei quanti e cosmologia. Professore di fisica specializzato in energia oscura e relatività generale, ricercatore al dipartimento di fisica al California Institute of Technology. Nella sua ultima opera, “Sulle origini della vita, del significato e dell’universo” (Einaudi, 520 pag., euro 26,60), Carroll va bene oltre il confine della sua specializzazione dandosi un target estremamente impegnativo: spiegare la storia dell’universo per capire che da dove veniamo e chi siamo, poi comprendere chi siamo come esseri pensanti e qual è il senso della nostra esistenza, cercando di costruire un sistema di significati e valori in un universo che non ha uno scopo trascendente.

E’un’impresa decisamente ambiziosa, che Carroll porta avanti con grande disinvoltura, forte di un patrimonio culturale davvero impressionante, ricco di riferimenti alla filosofia e alla religione. La disinvoltura non trova però sempre una corrispondenza con la chiarezza, il livello di “entropia” del discorso è spesso alto: Carroll ama lasciare il tema principale per divagare in escursioni che rischiano di far perdere l’orientamento al lettore. La parte più lineare non a caso è quella scientifica, dove il rigore dell’argomento non consente voli pindarici. La storia dell’universo si dipana così in modo affascinante, tra fisica dei quanti e astrofisica.

Si parte da un momento “zero” quattordici miliardi di anni fa, ma che cosa ci fosse prima o che cosa accadesse prima con grande umiltà Carroll ci dice che nulla se ne sa. Confuta però con decisione il Creazionismo e l’intervento di un’entità superiore sulla natura del mondo. Sull’origine dell’universo lui la vede così, mettendo in campo due ipotesi di cui non fa mistero di abbracciare la seconda:

<L’universo è un miracolo. È stato creato da Dio come atto d’amore unico. Lo splendore del cosmo, che si estende per miliardi di anni e innumerevoli stelle, ha avuto il suo culmine nella comparsa degli esseri umani qui sulla Terra: creature consapevoli, unioni di anima e corpo, capaci di apprezzare e ricambiare l’amore di Dio. Le nostre vite mortali fanno parte di un’esistenza piú lunga, a cui continueremo a partecipare dopo la nostra morte. È una storia interessante. Si può capire che qualcuno voglia crederci e mettersi d’impegno per riconciliarla con ciò che ci insegna la scienza sulla natura della realtà>.

E questa è l’ipotesi che sostiene senza incertezze: <Ecco una storia diversa. L’universo non è un miracolo. Semplicemente è, non guidato e non sostenuto, ed esprime le regolarità della natura in modo scrupoloso. Nel corso di miliardi di anni si è evoluto naturalmente, da uno stato di bassa entropia verso una complessità crescente, e alla fine rallenterà verso un equilibrio indifferenziato. Noi siamo il miracolo, noi esseri umani. Ma non il tipo di miracolo che infrange le leggi della fisica, bensí un miracolo in quanto è meraviglioso e sorprendente come creature cosí complesse, consapevoli, creative e premurose possano essere emerse in perfetto accordo con quelle leggi. Le nostre vite sono finite, imprevedibili e preziose in modo incalcolabile. La nostra comparsa ha portato significato e importanza nel mondo. Anche questa è una storia niente male. A modo suo impegnativa, può non darci tutto ciò che desideriamo, ma si adatta senza problemi a ciò che la scienza ci ha insegnato sulla natura. Lascia a noi la responsabilità e la possibilità di trasformare la vita in ciò che vogliamo sia>.

 

 

 

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